mercoledì 30 gennaio 2008

Evoluzioni Carnevalesche

Carnevale appuntamento fisso. Come ogni anno si rinnova il rito del "carrasecare" (carnevale in sardo-logudorese, ndr) momento di spunto per me e i miei amici.

Vi propongo una galleria delle nostre migliori performance, in attesa di rivelarvi quello di quest'anno...



buon divertimento.



2004 - Tribù africana

2005 - Ballerine brasiliane


2006 - Asterix, Obelix e i loro personaggi


(sto cercando la foto, la posto stasera)



2007 - 2 deficienti





2007 parte seconda - la vecchia che vende mezza dozzina di lumachine (ciogga minudda)






mancano all'appello: 2003 - personaggi di baywatch, 2006 - tartarughe ninja più splinter, 2002 - i personaggi di mila e shiro.
e per il 2008??
stay tuned....

WRC 2008 - Rally Monte Carlo


Loeb 1 - rest of the world 0. Inizia così il nuovo mondiale rally, con il solito imperatore a dettare legge sulle strade di un Monte che tutti speravano innevato. La neve si è sciolta con il lieve sole di gennaio come le velleità del resto della truppa del wrc. Sono bastate le prime due speciali nella notte di giovedì per far capire a tutti che l'alsaziano è sempre la solita macchina da tempi. Non sbaglia nulla e gestisce con facilità gli attacchi prima del suo compagno di colori Sordo e poi dell'armata Ford. Perso il "Bosse" di Espoo, Wilson ha promosso Hirvonen a prima guida e gli ha affiancato il giovane Latvala sulla seconda auto dell'ovale blu. Compitino portato a termine per Hirvonen, un secondo posto convincente, ritiro per noie meccaniche per Latvala, attardato già nella prima speciale per una foratura. Subaru aspetta la nuova arma e intanto sfoggia un brillante Atkinson in grado di stare abbondantemente davanti al suo compagno di squadra ed ex iridato Solberg, mai a proprio agio con le strade delle alpi marittime e dell'Ardache. L'australiano ingaggia una lotta con il redivivo Duval e lo precede sul terzo gradino del podio, a dimostrazione che l'exploit della stagione passata su queste strade non era un fuoco di paglia. Solberg precede l'ennesima Ford di Galli, concentrato e composto in attesa di conoscere meglio l'auto e il team, ma anche di riprendere confidenza con un campionato saltuariamente bazzicato nelle ultime due stagioni.Pochi spunti dalla prima tappa del campionato. L'unico e poco sorprendente il dominio del francesino. Dietro la solita bagarre senza nessuno in grado di impensierire Loeb sull'asfalto. La prossima tappa è in Svezia, terra di caccia per i finlandesi e per il nostro Gigi Galli. Sarà ancora dominio rosso francese?



La stagione dei diritti




Schifato. Continuo a leggere e sentire affermazioni da mercato, da bar sport. Una politica irresponsabile e priva di senso insiste nel "governarsi" poichè noi per nulla siamo governati. C'è stato un tempo in cui la parola lotta aveva un significato preciso, legato al lavoro, ai diritti di qualsiasi parte della società. C'è stato anche un tempo in cui una parola come diritto aveva un senso. C'è un tempo, il nostro, in cui la lotta è circoscritta alla sola classe politica; una lotta impegnata nella protezione dei diritti, purtroppo i loro.
Continuo sulla mia linea senza remore e penso nostalgicamente da antidemocristiano a una frase di Moro: “Questo paese non si salverà e la stagione dei diritti si rivelerà effimera se non nascerà in Italia un nuovo senso del dovere”. Quando, però, mi chiedo?. Non nascerà mai se le premessa di un reale cambiamento rimarà ancorata su un sistema marcio e sbagliato. Colpito e spiazzato ritrovo nelle parole di Casini, uno che della demo-cristianità ha fatto il suo credo, il motivo principale del nostro fallimento come paese; un'accozzaglia di personaggi cronicamente legati alla politica, ai suoi scranni e cadreghini del potere. Uno stato che consente a chi è indagato o condannato di decidere, legiferare e parlare per lo stato stesso. Una politica che annovera veri criminali nelle sue fila, li tiene stretti.
Tormentone per intere legislature, il conflitto di interessi oggi riappare nelle pagine di giudiziaria. Un parlamentare, ex presidente del consiglio, capo di un partito e di un movimento chiamato coalizione, indagato e processato, infine assolto dal reato di falso in bilancio in base a una legge partorita durante la sua presidenta e insistentemente proposta dalla sua coalizione.
Caro Aldo, continua a riposare in pace. Ci ritroveremo tra qualche anno e insieme, sospiranti, ci chiederemo se nascerà veramente un nuovo senso del dovere.

giovedì 24 gennaio 2008

C'è grossa crisi


C'è grossa crisi. Parafrasando Guzzanti e la sua genialità da santone televisivo nelle vesti di Quelo, il piccolo italiano commenta la situazione. Non sa lui che nelle camere più profonde del palazzo qualcosa già si muove. Ignaro della sua sorte attende con ansia che gli venga consegnata quella piccola scheda su cui sbarrare il solito nome, il solito scudo o arbusto, slogan o colore che la nostra magra politica da 60 anni a questa parte ci propina. Povero italiano. Si con la i minuscola perchè ha perso anche il diritto a decidere chi deve rappresentarlo. Il piccolo italiano osserva i volti grigi sui banchi dell'aula. Nota sbalordito che qualcuno sorride e sghignazza. Sono contenti, arzilli e pieni di vita. Si sfregano le mani come un bambino che per troppo tempo ha prestato il suo gioco preferito al compagno di scuola e che ora, testardamente e con fare ingordo, lo vuole tutto per se. Confuso, segue un gran ciarlare. Tutti che gridano ed emettono parole incomprensibili. Eleganti signori in abito e cravatta di seta che sventolano il pugno (non in segno politico, qualcuno anche) come per voler colpire il proprio dirimpettaio. Sbraitano e si infuriano, chiedono la parola e ne abusano. Sproloquiano volgarmente come il peggiore dei galeotti, anche se, aimè, qualche galeotto potrebbe dare lezioni nell'emiciclo romano; povero italiano. Si chiede se quei signori siano li stessi che qualche tempo prima, con fare distinto, esponevano programmi, idee, giudizi sul da farsi e sul non. Si interroga, il piccolo italiano, se quelli che aveva votato sono proprio loro. Ancora più confuso si ricorda chiaramente quei visi sorridenti. Si sono proprio loro. Ora in assetto da guerriglia, imbracciano il moschetto e si fanno chiamare franchi tiratori. Si barricano dietro banali sfumature e capricciosamente i pochi franchi tiratori pretendono qualcosa o sparano. Si raggruppano, alzano un'altra bandiera o varcano la sponda. Pochi ma buoni tiratori. Decidono per il piccolo italiano. Ma come, si chiede. Io ho votato il grande schieramento dell'est: quello che combatte il polo dell'ovest e i suoi cavalieri. Perchè ora spuntano come l'erbaccia nel mezzo dei fiori che tanto mi hanno ammaliato? Da dove vengono fuori? Ci sono sempre stati. Piccolo italiano confuso. Ora non sa proprio che fare. Cerca i volti dei comandanti. Tesi e cupi. Vorrebbe chiedere perchè quelle mele marce non sono state fatte scivolare prima dai rami. Ma non sai piccolo italiano che il grande schieramento dell'est si fregiava della sua unità?. Il grande capo ha riunito tutti sotto la stessa tenda e tu, caro piccolo italiano, ci hai leggittimato con la tua croce, insieme a tante altre. Tutti uniti per lo stesso scopo.
Ora il polo dell'ovest avanza minaccioso. Le nubi si addensano nel cielo sopra i colli. Il piccolo italiano scruta verso l'alto e sospira: Si ricomincia.


Caduti. Ora come non mai la "sinistra" rotola via come la cartaigienica, con cui sicuramente condivide lo scopo. Sono deluso e abbattuto, peggio di Romano. Credevo potesse essere la volta buona e invece nulla.
Silvio ride, apre il portafoglio e pensa che anche questa volta il potere dei suoi sghei ha colpito ancora. Io non rido più. Ma sorrido maligno pensando a una frase di Mussi, rivolta proprio a Silvio. "Caro mio, Lei pensa che tutti abbiano un prezzo e invece sarà fregato da quelli che non ce l'hanno".
Soprattutto perchè nessuno ha 2 anni o 100.000 km di garanzia.

Quesito


Dopo un pomeriggio di discussione con marylù NON sono giunto alla conclusione.


Ma il blog che senso ha?


Ho "sfogliato" un pò di pagine e qualche idea l'ho avuta. Ora aspetto che il mio cervello elabori la teoria assoluta, e assolutamente personale, sui blog.


Diario, bacheca, tavolozza, libro elettronico e anche lastra di argilla.

e il vostro che BLOG è?

martedì 22 gennaio 2008

Scelte

E' una parola che adoro. Amo fare delle scelte, dimostrano quanto una persona vale e abbatte l'ignavia. Rappresentano degli scogli, le difficoltà che tutti i giorni ci si parano davanti e chiedono spiegazione. Fare delle scelte. In questi anni le mie scelte sono state tante, alcune giuste altre sbagliate. Un corso di laurea, una città in cui vivere, una persona da frequentare e da amare, una squadra in cui giocare, scegliere di parlare o sopirsi in un silenzio personale. La sensazione di indecisione e il cuore che trema, valutare le possibilità e immaginare come sarebbe una strada piuttosto che un'altra. Ci pensi, titubi un pò, parli con te stesso e ti dai coraggio ma mai cerchi l'autoconvinzione. Infine ti liberi, pendi da un lato e accetti nel bene e nel male tutto ciò che verrà, da persona vera. Comunemente chiamate scelte di vita sono in realtà il quotidiano che tutti dobbiamo passare, anche se qualcuno ancora si nasconde dietro un dito, mignolo per giunta.
Ieri ho fatto una scelta. Non ho mai abbandonato la mia nave, anche se in questo caso somigliava drasticamente a una carretta del mare. Sono sempre rimasto fermo vivendo situazioni ben più difficili e complicate. Purtroppo non ho retto. Le scelte sono anche questo, perfino tornare sui propri passi. L'ho fatto, sono andato via dalla MIA squadra, l'ennesima della mia lunga carriera. Non sono scappato, ma ho lasciato la mano dei miei compagni che mai come in questo momento hanno bisogno di me. Sono andato via, trascinato dai miei problemi e dalla mia vita extra cestistica, convinto che questa scelta mi riporti a fissare i miei reali obiettivi.
Scelte. Amo e adoro scegliere, convinto che il dolore è solo uno stato passeggero. Scelte. Convinto sempre di più di scegliere come andare avanti. Scelte. Convinto che senza di loro sarei un nessuno pirandelliano.
Scelte.

sabato 19 gennaio 2008

Una vita di traverso

Ho un poster nella mia stanza, proprio sopra il letto. Un gran polverone, rosso come la terra di Gallura, è il palcoscenico. Lui di traverso. Il bianco della macchina è ormai sporco, illuminato da un sole tenero di qualche primavera lontana ormai più di venti anni. Mio padre non sa darmi risposta, ma forse c'ero anche io a vederlo passare forte, sentire lo sfiato del motore e lo stridere fischiante dei differenziali. Sempre di traverso. Ora Henri non c'è più. La Corsica l'ha inghiottito per sempre in uno dei tanti dirupi dell'isola imperiale. Lui e Sergio. Una vita di traverso, una vita di corse e di rischi.
Sorridente e freddo come la razza finnica, amato dai latini come un loro figlio, non aveva paura di guidare quelle auto così veloci. Vedeva il mondo nel suo stile elegante, le corse come un piacere e non come il semplice rispetto di una firma posta su un contratto. Spinto dal solo desiderio di sfiorare gli alberi a velocità folli, sentire il cuore battere mentre osservi tutto dal finestrino.

Odio gli stereotipi e nello sport è una ricorrenza sgradevole. Toivonen è sempre stato paragonato ad Ayrton Senna. Giovani, vincenti, eroi e idoli. Condividono la stessa sorte, lo stesso successo e il dolce ricordo nelle menti degli sportivi. Henri in fin dei conti è l'immagine di un'epoca che non c'è più; un'aurea romantica ripresa nelle foto ormai sbiadite. Un personaggio unico, Henri, per una vita tutta di traverso.

giovedì 17 gennaio 2008

And One


E uno. Come nei campetti di Harlem il primo canestro è apostrofato con questa espressione e faccia dura da ras del gioco, io dietro la mia tastiera, con faccia rilassata da scemo del villaggio, faccio il mio debutto sulla rete. Non è un vero e proprio debutto però. Indosso per la prima volta l'abito bianco da vergine del blog ma sotto nascondo le vesti di navigatore ormai più che decennale. Ci sono cascato anche io. Visionario e utopico ma profondamente nostalgico e conservatore di buone abitudini e idee, spinto dalla mia bruna metà mi trovo davanti al form da compilare per passare la dogana che divide me e l'altra metà del pianeta, i bloggers. I motivi? Non pervenuti.

E ora? e uno, e due, e tre...