martedì 1 dicembre 2009

La strada di notte


Piccole gocce ornano la tela trasparente ripulita con cadenza da due braccia scure; ogni volta un quadro diverso di puntini misteriosi e chiari. Gli occhi di vetro guardano avanti e scoprono con il loro sguardo acceso la diversità del movimento. Forme strane che cambiano più ci si avvicina, giochi di ombre che sembrano inseguire la lamiera lavorata mentre corre sul manto posato: nero, grigio, liscio, ondeggiato: cambia forma nel seguire la terra che in passato ha dettato il percorso. Il cielo, in aperta campagna, ha un colore indefinito e copre tutto come un telo. L'unica luce, puntata come un faro lontano, alterna pienezza a forme tagliate.
Metro dopo metro scavo un tunnel nel buio. La linea bianca che mi accompagna per tutto il tragitto gioca con me, si burla di me e mi mostra con fierezza la traiettoria ideale da disegnare. Curva senza indecisione, si tira dritta per chilometri senza sbandare, saltella veloce mostrando la facilità del gesto. Delle volte si traveste di giallo ma non cambia il suo andare.
Poi di colpo la luce artificiale della città piomba e rende quasi inutili i fanali. La linea mi saluta e sa bene che mi ritroverà prima o poi.
Finisce il gioco, finisce la strada.

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