mercoledì 19 marzo 2008

Problemi e soluzioni

Sono in un vortice di problemi da risolvere. Con una sfumatura un pò ignorantella sono incasinato perso.

Aggiornamenti dal fronte al più presto.

Saluti

martedì 4 marzo 2008

L'Itaglia raglia


9 luglio 2006. Zidane abbatte Materazzi con una sonora testata. Febbraio 2008. Il filosofo Maggiori commenta su "Liberation": l'Italia si ritroverà con Berlusconi vincitore e un governo da belle equipe che vanta membri coinvolti in affari di concussione, falso in bilancio, conflitti d’interessi, concorso in associazione mafiosa, prevaricazione, fuga di capitali, etc. Nelle sue file l'ex fascista Fini, eterno pretendente; la Lega, spaventosi, allucinati, impresentabili, quasi mai usciti dal paese di Tintin che chiamano Padania; Berlusconi, un barzellettiere seduttore di starlette e ambasciatore di un'Italia flolkloristica, divenuta un paese che non crede più a niente.

La testata nella notte mondiale diventa una leggera brezza in confronto al tornado d’accuse mosse dal noto italianista. Mi chiedo se siamo davvero così raglianti visti dall'esterno. I francesi poi non risparmiano la minima accusa ai loro cugini. E il resto dell'Europa?

Luglio 2003. Berlusconi insulta il tedesco Schulz proponendolo per il ruolo di kapò in un film sui campi di concentramento. E' la nota giusta per iniziare un attacco teutonico verso signor Mediaset. I giornali tedeschi, infatti, non prendono bene questo outing.

Spagna e Regno Unito non hanno mai digerito l'accumulo di potere mediatico e politico fornito a Berlusconi. Hanno direttamente accusato di "estremo conflitto d’interessi" l'allora Presidente del Consiglio, avanzando dubbi sul possibile apporto economico e politico nel processo comunitario ed extraeuropeo.

In Cina c'è ancora indignazione per la pessima battuta sui bambini bolliti e usati come concime. Pechino, che in ogni caso ha etichettato l'episodio come spiacevole e poco tollerabile, ha richiamato il suo ambasciatore in Italia. Nessuna risposta da parte dell'enturage di Berlusconi, ma soltanto una banale ritrattazione delle sue parole.

Il mondo arabo ha varie volte espresso il suo dissenso verso un certo tipo di polita berlusconiana. Le dichiarazioni sull'inferiorità della cultura islamica rispetto a quella occidentale hanno scatenato un'alternanza di polemiche. Come in molti casi, Berlusconi si è appellato al fatto interpretativo giornalistico, in altre parole la devianza d’informazione presente in Italia.

Anche il mondo ebraico ha vissuto momenti di conflitto con Berlusconi. L'affermazione secondo cui Mussolini non avrebbe ucciso nessuno ma anzi avrebbe soltanto spedito la gente a fare una vacanza al confino, ha innescato l'ira di Elio Toaff, massima figura ebraica in Italia.

Un elenco infinito di gaffes, errori marchiani, scandali. E l'Italia che fa?. La contrapposizione polista che ormai si è affermata nel nostro paese consente di creare l'alternanza politica che ormai ci contraddistingue ovunque. In questa altalena si è inserito abilmente Berlusconi, lasciando poco spazio ad alleati e subalterni. Il buco socialista e democristiano è stato colmato da un movimento che di politico ha poco. Occupazione, taglio fiscale, pensioni. Il programma generalista ha offuscato le vere manovre sociali tese alla libertà, invocando questa parola erroneamente e in maniera fuorviante. L'associazione mediatica ha poi fatto il resto, regalando una soglia percentuale inaspettata e quindi il potere. Ma perchè così in alto?.

Tangentopoli e mani pulite hanno provato a spazzare la corruzione pubblica egli anni 80. I giochi finanziari e capitalistici hanno dato una serenità fasulla al paese, per poi scomparire nella tragica decade del 90', fatta di scandali e povertà incalzante. Accecati dal riscatto sociale ed economico, le classi prima legate a una sinistra veramente sociale e battagliera, hanno voltato le spalle allo spazio rosso in nome della bassa tutela. I sogni e i progetti campati per aria come le promesse elettorali hanno riversato sulla Casa delle libertà e su Berlusconi l'interessa di una fetta del paese pronta a credere in quelle parole. Il basso pensiero politico delle ultime generazioni legato all'ignoranza e la disattenzione per quel che succede in Italia hanno completato il tutto. Ci ritroviamo circondati da sognatori poco realisti, fomentati verso la lotta al finto comunismo, aizzati in maniera subdola a combattere un certo tipo di politica. L'itaglia che raglia, grida e copre la voce di chi veramente esprime il giusto pensiero, ha occupato il posto prepotentemente. La ricerca della realizzazione sociale impediscono di vedere oltre e arrivare a pensare politicamente per migliorare lo Stato. Lo Stato stesso, retto da vecchie classi amministrative e politiche, non può dare né garanzia attuativa di risanamento, né tanto meno acquistare fiducia da un popolo ormai disinteressato. Raglianti e confusi aspettiamo che ci riportino nella stalla.

lunedì 3 marzo 2008

Il lavoro è lavoro

Week end sereno. Eravamo pronti e carichi per la superfesta, sotto tono questa volta. Sono comunque stanco, anche perchè il delirio alcoolico dietro il banco ha portato a una serie interminabile di chupiti, birre e rum&cola da stendere un cavallo. In più novità tecnologica solo per la clientela. Una cam puntata sul banco e mandata in diretta sul plasma. Naturalmente io e Luca, il mio collega, abbiamo ripetutamente abusato dell'immagine, riprendendo brindisi e altro.
Tiriamo le somme. Faccio un lavoro dove sto a contatto con tantissime persone. Dinamico e divertente, sicuramente affascinante. Bevo, mi diverto, ballo, sorrido e scherzo. Ma il lavoro è sempre lavoro.

Ecco infatti le mie fatiche!!!grazie Marylù per l'ennesima regia.



mercoledì 27 febbraio 2008

Madre strage, sorellastra Italia


Sessanta anni di stragi. Una stagione, contemporanea alla Repubblica, di sospetti e misteri legati alle più alte cariche dello stato colluse con le deviazioni dei servizi segreti, le organizzazioni a sfondo mafioso, i gruppi eversivi.

La storia del nostro paese è costellata di tragedie. Portella della Ginestra e Piazza Fontana, le stragi degli anni 70 sfociate nell'agguato di via Fani e nel processo sommario (o sommariamente collegato al governo di grandi intese) subito da Aldo Moro. Gli anni 80, Ustica e Bologna, la stagione delle stragi di Mafia. In tutto ciò ricade pesantemente la coscienza sporca dello Stato. Una lista interminabile di vittime; in fondo, come ultima, la vera vittima di tutto ciò rimane lo Stato in se.

Chi sparò davvero nel '47 vicino a Palermo? Tutti, stato compreso, accusarono la Banda di Giuliano. Si scoprì invece che fu lo Stato, aiutato dalla CIA, a sparare sulla folla quel 1° maggio, per mano dei mafiosi.

Piazza Fontana è rimasta a lungo un mistero, anche se ,come per Gioia Tauro, i sospetti ricadono sull'estrema destra. C'è qualcosa però dietro Gioia Tauro. C'è l'ombra dell'Ndrangheta ma soprattutto del fallito golpe Borghese. Ancora una volta massoneria celata dietro le cariche dello stato partecipa al progetto contro la Repubblica.

L'eversismo nero non si ferma qua. La strage alla Questura di Milano, nel giorno in cui si ricordava l'omicidio Calabresi. Poi Piazza della Loggia a Brescia e la strage dell'Italicus.

16 Marzo 1978. Un commando di brigatisti agisce in via Fani, uccide 5 militari di scorta e rapisce l'onorevole Aldo Moro. Ma sono davvero brigatisti? Moro in quel periodo lavorava a un grandioso programma politico sociale. Il governo di grande intese in cui sarebbero entrati anche i comunisti. Sono anni difficili a livello internazionale l'Italia è ancora sotto l'insegna a stelle e strisce. La CIA forse partecipò attivamente in quello che potrebbe essere stato un attentato dello Stato contro lo Stato. Moro fu ucciso. Quello che aveva sognato non si è più realizzato.

Anni 80, Ustica e Bologna. Le responsabilità non sono mai state definite del tutto. Quello che si può affermare con certezza è che per il caso di Ustica gli apparati del ministero della difesa e l'aereonautica militare hanno cercato di ostacolare la verità sostenendo la tesi del cedimento strutturale. La realtà è ben diversa. Fu chiaro il Giudice Priore, titolare dell'inchiesta : i movimenti e le dichiarazioni di questi personaggi portarono a compimento il progetto di deviare e falsificare l'inchiesta e le indagini. Ustica è ancora un mistero e lo sarà ancora.

Per Bologna invece ci sono state due condanne definitive. Ergastolo Per Mambro e Fioravanti. Sono loro gli esecutori materiali, hanno piazzato loro le due bombe nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. Sempre dichiaratisi innocenti, non hanno mai indicato all'interno della loro organizzazione di estrema destra o all'esterno chi potesse essere realmente il mandante o l'esecutore.

Lo stragismo politico si affievolisce, ma rimonta prepotentemente quello mafioso. Quella del rapido 904 è una strage dimenticata, ma fu un mattone importante nella costruzione del progetto mafioso teso a condizionare le scelte dello stato. Questo perchè Mafia e politica hanno una storia di collusione di lunga data, risalente alla nascita della Repubblica e alla strage di Portella della Ginestra. La Mafia si è sempre servita di grosse cariche dello stato per operare tranquillamente. Quando il meccanismo incomincia a incrinarsi e lo Stato, quello vero, si fa pressante, la Mafia piazza le sue bombe. Colpisce per dare il segnale che la Mafia è potente, ma colpisce anche per intimorire chi dovrebbe proteggerli e invece inizia a nascondersi. Le stragi di Capaci e di via D'Ameglio erano stragi annunciate. Falcone e Borsellino, due veri uomini di Stato oltre che Eroi, sapevano di essere nel mirino. Dopo i Maxiprocessi avevano iniziato a stringere il cerchio sui veri poteri mafiosi. Questi però riguardavano anche la politica. Il loro omicidio, insieme alle loro scorte, ha segnato il cammino nella lotta alla mafia ma ha anche creato un varco nella politica. La strage dei Georgofili e di via Palestro sono la scia naturale della lotta della Mafia verso lo Stato. Il ricatto verso ciò che per anni ha garantito immunità.

La stagione delle stragi forse è finita. Ma tutto ciò che è successo non va dimenticato. Tutti i morti e i feriti civili e no devono essere ricordati. Non si deve dimenticare che la ricerca della verità è un nostro diritto e dovere. Lo stato, con i suoi cittadiniti, è obbligato a conoscere.

Io ho fiducia; aspetto con ansia di conoscere le parti oscure della nostra storia, non solo per fascino. Vorrei che "chi controlla i controllori" sia solo una frase retorica, mentre la fiducia verso questi dovrebbe essere diretta e totale. Vorrei che non si mentisse per tutelarsi, in barba a chi ha perso tanto in questa guerra. La speranza è che tutti ci impegnamo a buttare giù quel muro di gomma che ci rimbalza nel buio della menzogna.

Lavoro

Ecco un piccolo video senza audio delle mie prestazioni dietro il banco.

Che casino di serata!!!


giovedì 21 febbraio 2008

Caratteristiche

MARYLU' SEI OTTUSA!!!!
:))))))))

Infelicità

ODIO LA GENTE CHE E' SEMPRE SCONTENTA O INFELICE!!!

Basta, sono circondato da persone che non riescono mai ad apprezzare niente di quello che hanno. Mi sono rotto delle persone sempre infelici. E' uno stato assolutamente concepibile, ma non può essere perenne.

e che palle!!!!

Adios Fidel


Ernesto è calmo. Guarda il suo orologio di fabbricazione russa e fissa in lontananza i palazzi della periferia dell'Havana. Cerca gli occhi dei suoi compagni, la stanchezza che con prepotenza indurisce i muscoli. Fidel arriva di corsa con Raul. I tre in silenzio sorridono e al grido "Vamos" avanzano senza paura verso la città. Domani sarà loro, sarà del popolo. Domani le strade e le mura si riempiranno dell'urlo "VIVA CUBA LIBRE".



Anni di onnipotenza, momenti di debolezza. Il sogno cubano, tramutato in ideale da un argentino figlio del sud america globale, svanito nella giungla boliviana. Un lider amato dal suo popolo e poi quasi ripudiato dalla massa navigante verso le coste del demone a stelle e strisce. Cuba è sempre là. Le Cadillac ormai prive di smalto e i palazzi segno di un fasto passato, fatto di stelle hollywoodiane e gangsters italoamericani, rappresentano il presente dell'isola della libertà. La libertà non c'è mai stata, deviata in regime dal lurido gioco di potere. I campi e le loro colture devastati da un terreno povero, mai rigenerato dalla mai applicata politica agraria di Guevara. Guerra fredda e movimenti da regime, tensione e finta ostentazione, povertà radicata e villaggi vacanze all-inclusive. Oggi Fidel abdica, dietro il fratello e la classe militare pronta a continuare il sogno infranto. E' tempo di cambiare e accantonare il romanticismo. E' arrivato il momento di dare dignità a un popolo condannato all'embargo per delle colpe non proprie. Voglio davvero vedere Cuba libre.

mercoledì 20 febbraio 2008

Caos


CAOS TOTALE NELLA MIA TESTA.

WRC 2008 - Sweden Rally

Quando lo si vedeva correre in Italia, in molti hanno storto il naso. Il solito finlandese veloce ma non con la stoffa giusta per sfondare. Speranza del Motoring, certezza della Ford. Cosi il giovane Jari-Matti Latvala, 22 anni e viso da adolescente, batte la concorrenza di Loeb e co. e batte le malelingue. Batte anche il record di Toivonen, diventando il più giovane pilota a conquistare il gradino più alto del podio in una gara del WRC. Al palo il francese che capotta e butta via punti importanti per il campionato, regalando a Hirvonen, secondo al traguardo, il vantaggio nella speciale classifica riservata ai drivers. Terzo e sempre più convincente Gigi Galli. Anche lui ricaccia in gola a molti le parole di sfiducia verso la sua guida, dimostrando di saper andare veloce e regolare, senza rischio, regolando anche uno specialista come Henning Solberg, sul podio virtuale per lungo tempo e poi schiacciato dalla tensione. Petter invece continua a incamerare punti in attesa dell'arma totale Subaru. Non brilla e il suo letargo sembra allungarsi sempre di più. Infine sorprendente il quinto posto del giovane Mikkelsen. Spesso falloso in passato, ha tenuto un buon ritmo e ha incamerato ottimi punti.

Il campionato vede così Hirvonen primo inseguito da Loeb e Latvala, Galli e P. Solberg. Prossimo week end di speciali in Messico. Dopo due rally e due vincitori, una classifica piloti raccolta, la speranza è vedere ancora lotta nelle posizioni alte. Il lento sonnecchiare degli ultimi anni, svegliato solo dalla lotta della passata stagione tra Loeb e Gronholm, potrebbe essere svegliato dai giovani dell'ovale blu, che non vedono l'ora di detronizzare l'alsaziano, con l'aiuto di Galli e della nuova Subaru nella seconda parte di stagione.

lunedì 18 febbraio 2008

Lei

E quando ho aperto gli occhi lei non c'era, ma il suo profumo saliva forte dalla mia pelle.

mercoledì 13 febbraio 2008

Only to be with you

I have climbed highest mountain
I have run through the fields
Only to be with you

martedì 12 febbraio 2008

Il vuoto è solo uno stato apparente.

It's all about the money


La bella Meja qualche anno fa cantava questa canzone. In genere si dice che i grandi autori diventino tali poichè sono sempre contemporanei. Meja, oltre questo singolo di successo, scomparve lasciando semplicemente questa traccia dal ritornello accantivante. In compenso l'attualità della canzone è particolare. Troppo facile, in quanto si parla di soldi. Mi ricollego a questo titolo perchè in fin dei conti è il filo che ormai conduce il sociale. Senza spaziare ulteriormente, osservo e leggo le storie del belpaese, consapevole che viviamo in una nazione dove le consuetudini spesso dettano legge. Assurdo ma reale. Italia, povera te, sballottata in ballottaggi continui e costretta a tirare tutti i mesi il 27 per non scomparire. C'è un però che purtroppo noto con disgusto. Tutti più poveri, più tassati, più sul lastrico, più deboli, più in difficoltà, tutti più qualcosa. Puntiamo continuamente il dito sull'economia e , nel giusto, accusiamo una politica economica da suicidio di massa. Portafoglio sempre più magro, portamonete voluminoso ma senza potere d'acquisto. Eppure siamo tra i migliori consumatori di telefonia e servizi correlati, spendiamo patrimoni nel gioco statalmente legale, colmiamo le casse dei grandi magazzini, abusiamo della tecnologia spicciola e di consumo. Compriamo belle auto, televisori al plasma, navigatori satellitari, spulcia orecchie e frigoriferi, cucine componibili e lettori dvd. La sera però piangiamo miseria con la faccia sul cuscino. Tremendamente viziati. Solo dalla voce di mio nonno, un antesignano delle pratiche di vita, ho sentito parlare sul concetto di banco. Compriamo il cellulare dai costi proibitivi e facciamo la spesa a rate.

Succede anche questo nel nostro belpaese. Succede che preferiamo vivere sui toni altrui ma contemporaneamente morire di fame. Succede solo qua da noi che le finanziarie, truffe autorizzate dallo stato e dal suo sistema, ci rendono padroni del soldo per poi rovinarci e infine fallire loro stessi ingoiati dall'ingordigia che ora più che mai è il nostro concetto sociale.

Ma come cantava Meja, it's all about the money.

lunedì 11 febbraio 2008

Evoluzioni Carnevalesche part 2

Ho recuperato la foto che raffigura Asterix e Obelix più gli abitanti del villaggio e i romani.



Vi mostro anche il costume di quest'anno, naturalmente realizzato interamente dalle mie manine..Fine serata, alcool a go-go, la pittura era già un pò sciolta. Notare la testa, fantastica, e il pezzettone di merda che ho realizzato in cartapesta. Il colore è un autunnale marron ramato.


sabato 9 febbraio 2008

La prima vittoria


E' arrivata. Ho vinto nel basket tante partite, tanti duelli, campionati, tornei. Ho vinto nel rally. Ho vinto nei tant sport che ho fatto. Oggi ho aggiunto una piccola gemma alla mia collezione. Ho vinto sul campo come allenatore. Partita tirata, giocata con voglia e allenata con voglia.



Come di solito si afferma, speriamo sia la prima di una lunga serie.

venerdì 8 febbraio 2008

Pillole

Lo sport è sport. Lo sport con gli interessi non è sport ma bensì una pratica comune lecità o illecita che sia.
Quando credi di aver incontrato tutti i deficienti, svolti l'angolo e ne trovi un altro.

Non tutte le ciambelle vengono con il buco. Ormai non vengono più nemmeno le ciambelle.

Non ci sono più le mezze stagioni. In realtà non ci sono più le stagioni, solo giornate di caldo e freddo che si alternano irregolarmente e spesso senza continuità.

C'è sole ma c'è anche vento.

Non tutti i mali vengono per nuocere. Purtroppo sono sempre mali.

Il mondo è pieno di benpensanti. Poi ci sono i malpensanti. Quello che mi chiedo è se davvero siano pensanti.

Per uno che vince c'è sempre uno che perde.

C'è vento e piove

martedì 5 febbraio 2008

A volte anche un calcio in culo ti fa fare un salto in avanti.

mercoledì 30 gennaio 2008

Evoluzioni Carnevalesche

Carnevale appuntamento fisso. Come ogni anno si rinnova il rito del "carrasecare" (carnevale in sardo-logudorese, ndr) momento di spunto per me e i miei amici.

Vi propongo una galleria delle nostre migliori performance, in attesa di rivelarvi quello di quest'anno...



buon divertimento.



2004 - Tribù africana

2005 - Ballerine brasiliane


2006 - Asterix, Obelix e i loro personaggi


(sto cercando la foto, la posto stasera)



2007 - 2 deficienti





2007 parte seconda - la vecchia che vende mezza dozzina di lumachine (ciogga minudda)






mancano all'appello: 2003 - personaggi di baywatch, 2006 - tartarughe ninja più splinter, 2002 - i personaggi di mila e shiro.
e per il 2008??
stay tuned....

WRC 2008 - Rally Monte Carlo


Loeb 1 - rest of the world 0. Inizia così il nuovo mondiale rally, con il solito imperatore a dettare legge sulle strade di un Monte che tutti speravano innevato. La neve si è sciolta con il lieve sole di gennaio come le velleità del resto della truppa del wrc. Sono bastate le prime due speciali nella notte di giovedì per far capire a tutti che l'alsaziano è sempre la solita macchina da tempi. Non sbaglia nulla e gestisce con facilità gli attacchi prima del suo compagno di colori Sordo e poi dell'armata Ford. Perso il "Bosse" di Espoo, Wilson ha promosso Hirvonen a prima guida e gli ha affiancato il giovane Latvala sulla seconda auto dell'ovale blu. Compitino portato a termine per Hirvonen, un secondo posto convincente, ritiro per noie meccaniche per Latvala, attardato già nella prima speciale per una foratura. Subaru aspetta la nuova arma e intanto sfoggia un brillante Atkinson in grado di stare abbondantemente davanti al suo compagno di squadra ed ex iridato Solberg, mai a proprio agio con le strade delle alpi marittime e dell'Ardache. L'australiano ingaggia una lotta con il redivivo Duval e lo precede sul terzo gradino del podio, a dimostrazione che l'exploit della stagione passata su queste strade non era un fuoco di paglia. Solberg precede l'ennesima Ford di Galli, concentrato e composto in attesa di conoscere meglio l'auto e il team, ma anche di riprendere confidenza con un campionato saltuariamente bazzicato nelle ultime due stagioni.Pochi spunti dalla prima tappa del campionato. L'unico e poco sorprendente il dominio del francesino. Dietro la solita bagarre senza nessuno in grado di impensierire Loeb sull'asfalto. La prossima tappa è in Svezia, terra di caccia per i finlandesi e per il nostro Gigi Galli. Sarà ancora dominio rosso francese?



La stagione dei diritti




Schifato. Continuo a leggere e sentire affermazioni da mercato, da bar sport. Una politica irresponsabile e priva di senso insiste nel "governarsi" poichè noi per nulla siamo governati. C'è stato un tempo in cui la parola lotta aveva un significato preciso, legato al lavoro, ai diritti di qualsiasi parte della società. C'è stato anche un tempo in cui una parola come diritto aveva un senso. C'è un tempo, il nostro, in cui la lotta è circoscritta alla sola classe politica; una lotta impegnata nella protezione dei diritti, purtroppo i loro.
Continuo sulla mia linea senza remore e penso nostalgicamente da antidemocristiano a una frase di Moro: “Questo paese non si salverà e la stagione dei diritti si rivelerà effimera se non nascerà in Italia un nuovo senso del dovere”. Quando, però, mi chiedo?. Non nascerà mai se le premessa di un reale cambiamento rimarà ancorata su un sistema marcio e sbagliato. Colpito e spiazzato ritrovo nelle parole di Casini, uno che della demo-cristianità ha fatto il suo credo, il motivo principale del nostro fallimento come paese; un'accozzaglia di personaggi cronicamente legati alla politica, ai suoi scranni e cadreghini del potere. Uno stato che consente a chi è indagato o condannato di decidere, legiferare e parlare per lo stato stesso. Una politica che annovera veri criminali nelle sue fila, li tiene stretti.
Tormentone per intere legislature, il conflitto di interessi oggi riappare nelle pagine di giudiziaria. Un parlamentare, ex presidente del consiglio, capo di un partito e di un movimento chiamato coalizione, indagato e processato, infine assolto dal reato di falso in bilancio in base a una legge partorita durante la sua presidenta e insistentemente proposta dalla sua coalizione.
Caro Aldo, continua a riposare in pace. Ci ritroveremo tra qualche anno e insieme, sospiranti, ci chiederemo se nascerà veramente un nuovo senso del dovere.

giovedì 24 gennaio 2008

C'è grossa crisi


C'è grossa crisi. Parafrasando Guzzanti e la sua genialità da santone televisivo nelle vesti di Quelo, il piccolo italiano commenta la situazione. Non sa lui che nelle camere più profonde del palazzo qualcosa già si muove. Ignaro della sua sorte attende con ansia che gli venga consegnata quella piccola scheda su cui sbarrare il solito nome, il solito scudo o arbusto, slogan o colore che la nostra magra politica da 60 anni a questa parte ci propina. Povero italiano. Si con la i minuscola perchè ha perso anche il diritto a decidere chi deve rappresentarlo. Il piccolo italiano osserva i volti grigi sui banchi dell'aula. Nota sbalordito che qualcuno sorride e sghignazza. Sono contenti, arzilli e pieni di vita. Si sfregano le mani come un bambino che per troppo tempo ha prestato il suo gioco preferito al compagno di scuola e che ora, testardamente e con fare ingordo, lo vuole tutto per se. Confuso, segue un gran ciarlare. Tutti che gridano ed emettono parole incomprensibili. Eleganti signori in abito e cravatta di seta che sventolano il pugno (non in segno politico, qualcuno anche) come per voler colpire il proprio dirimpettaio. Sbraitano e si infuriano, chiedono la parola e ne abusano. Sproloquiano volgarmente come il peggiore dei galeotti, anche se, aimè, qualche galeotto potrebbe dare lezioni nell'emiciclo romano; povero italiano. Si chiede se quei signori siano li stessi che qualche tempo prima, con fare distinto, esponevano programmi, idee, giudizi sul da farsi e sul non. Si interroga, il piccolo italiano, se quelli che aveva votato sono proprio loro. Ancora più confuso si ricorda chiaramente quei visi sorridenti. Si sono proprio loro. Ora in assetto da guerriglia, imbracciano il moschetto e si fanno chiamare franchi tiratori. Si barricano dietro banali sfumature e capricciosamente i pochi franchi tiratori pretendono qualcosa o sparano. Si raggruppano, alzano un'altra bandiera o varcano la sponda. Pochi ma buoni tiratori. Decidono per il piccolo italiano. Ma come, si chiede. Io ho votato il grande schieramento dell'est: quello che combatte il polo dell'ovest e i suoi cavalieri. Perchè ora spuntano come l'erbaccia nel mezzo dei fiori che tanto mi hanno ammaliato? Da dove vengono fuori? Ci sono sempre stati. Piccolo italiano confuso. Ora non sa proprio che fare. Cerca i volti dei comandanti. Tesi e cupi. Vorrebbe chiedere perchè quelle mele marce non sono state fatte scivolare prima dai rami. Ma non sai piccolo italiano che il grande schieramento dell'est si fregiava della sua unità?. Il grande capo ha riunito tutti sotto la stessa tenda e tu, caro piccolo italiano, ci hai leggittimato con la tua croce, insieme a tante altre. Tutti uniti per lo stesso scopo.
Ora il polo dell'ovest avanza minaccioso. Le nubi si addensano nel cielo sopra i colli. Il piccolo italiano scruta verso l'alto e sospira: Si ricomincia.


Caduti. Ora come non mai la "sinistra" rotola via come la cartaigienica, con cui sicuramente condivide lo scopo. Sono deluso e abbattuto, peggio di Romano. Credevo potesse essere la volta buona e invece nulla.
Silvio ride, apre il portafoglio e pensa che anche questa volta il potere dei suoi sghei ha colpito ancora. Io non rido più. Ma sorrido maligno pensando a una frase di Mussi, rivolta proprio a Silvio. "Caro mio, Lei pensa che tutti abbiano un prezzo e invece sarà fregato da quelli che non ce l'hanno".
Soprattutto perchè nessuno ha 2 anni o 100.000 km di garanzia.

Quesito


Dopo un pomeriggio di discussione con marylù NON sono giunto alla conclusione.


Ma il blog che senso ha?


Ho "sfogliato" un pò di pagine e qualche idea l'ho avuta. Ora aspetto che il mio cervello elabori la teoria assoluta, e assolutamente personale, sui blog.


Diario, bacheca, tavolozza, libro elettronico e anche lastra di argilla.

e il vostro che BLOG è?

martedì 22 gennaio 2008

Scelte

E' una parola che adoro. Amo fare delle scelte, dimostrano quanto una persona vale e abbatte l'ignavia. Rappresentano degli scogli, le difficoltà che tutti i giorni ci si parano davanti e chiedono spiegazione. Fare delle scelte. In questi anni le mie scelte sono state tante, alcune giuste altre sbagliate. Un corso di laurea, una città in cui vivere, una persona da frequentare e da amare, una squadra in cui giocare, scegliere di parlare o sopirsi in un silenzio personale. La sensazione di indecisione e il cuore che trema, valutare le possibilità e immaginare come sarebbe una strada piuttosto che un'altra. Ci pensi, titubi un pò, parli con te stesso e ti dai coraggio ma mai cerchi l'autoconvinzione. Infine ti liberi, pendi da un lato e accetti nel bene e nel male tutto ciò che verrà, da persona vera. Comunemente chiamate scelte di vita sono in realtà il quotidiano che tutti dobbiamo passare, anche se qualcuno ancora si nasconde dietro un dito, mignolo per giunta.
Ieri ho fatto una scelta. Non ho mai abbandonato la mia nave, anche se in questo caso somigliava drasticamente a una carretta del mare. Sono sempre rimasto fermo vivendo situazioni ben più difficili e complicate. Purtroppo non ho retto. Le scelte sono anche questo, perfino tornare sui propri passi. L'ho fatto, sono andato via dalla MIA squadra, l'ennesima della mia lunga carriera. Non sono scappato, ma ho lasciato la mano dei miei compagni che mai come in questo momento hanno bisogno di me. Sono andato via, trascinato dai miei problemi e dalla mia vita extra cestistica, convinto che questa scelta mi riporti a fissare i miei reali obiettivi.
Scelte. Amo e adoro scegliere, convinto che il dolore è solo uno stato passeggero. Scelte. Convinto sempre di più di scegliere come andare avanti. Scelte. Convinto che senza di loro sarei un nessuno pirandelliano.
Scelte.

sabato 19 gennaio 2008

Una vita di traverso

Ho un poster nella mia stanza, proprio sopra il letto. Un gran polverone, rosso come la terra di Gallura, è il palcoscenico. Lui di traverso. Il bianco della macchina è ormai sporco, illuminato da un sole tenero di qualche primavera lontana ormai più di venti anni. Mio padre non sa darmi risposta, ma forse c'ero anche io a vederlo passare forte, sentire lo sfiato del motore e lo stridere fischiante dei differenziali. Sempre di traverso. Ora Henri non c'è più. La Corsica l'ha inghiottito per sempre in uno dei tanti dirupi dell'isola imperiale. Lui e Sergio. Una vita di traverso, una vita di corse e di rischi.
Sorridente e freddo come la razza finnica, amato dai latini come un loro figlio, non aveva paura di guidare quelle auto così veloci. Vedeva il mondo nel suo stile elegante, le corse come un piacere e non come il semplice rispetto di una firma posta su un contratto. Spinto dal solo desiderio di sfiorare gli alberi a velocità folli, sentire il cuore battere mentre osservi tutto dal finestrino.

Odio gli stereotipi e nello sport è una ricorrenza sgradevole. Toivonen è sempre stato paragonato ad Ayrton Senna. Giovani, vincenti, eroi e idoli. Condividono la stessa sorte, lo stesso successo e il dolce ricordo nelle menti degli sportivi. Henri in fin dei conti è l'immagine di un'epoca che non c'è più; un'aurea romantica ripresa nelle foto ormai sbiadite. Un personaggio unico, Henri, per una vita tutta di traverso.

giovedì 17 gennaio 2008

And One


E uno. Come nei campetti di Harlem il primo canestro è apostrofato con questa espressione e faccia dura da ras del gioco, io dietro la mia tastiera, con faccia rilassata da scemo del villaggio, faccio il mio debutto sulla rete. Non è un vero e proprio debutto però. Indosso per la prima volta l'abito bianco da vergine del blog ma sotto nascondo le vesti di navigatore ormai più che decennale. Ci sono cascato anche io. Visionario e utopico ma profondamente nostalgico e conservatore di buone abitudini e idee, spinto dalla mia bruna metà mi trovo davanti al form da compilare per passare la dogana che divide me e l'altra metà del pianeta, i bloggers. I motivi? Non pervenuti.

E ora? e uno, e due, e tre...