mercoledì 30 gennaio 2008

La stagione dei diritti




Schifato. Continuo a leggere e sentire affermazioni da mercato, da bar sport. Una politica irresponsabile e priva di senso insiste nel "governarsi" poichè noi per nulla siamo governati. C'è stato un tempo in cui la parola lotta aveva un significato preciso, legato al lavoro, ai diritti di qualsiasi parte della società. C'è stato anche un tempo in cui una parola come diritto aveva un senso. C'è un tempo, il nostro, in cui la lotta è circoscritta alla sola classe politica; una lotta impegnata nella protezione dei diritti, purtroppo i loro.
Continuo sulla mia linea senza remore e penso nostalgicamente da antidemocristiano a una frase di Moro: “Questo paese non si salverà e la stagione dei diritti si rivelerà effimera se non nascerà in Italia un nuovo senso del dovere”. Quando, però, mi chiedo?. Non nascerà mai se le premessa di un reale cambiamento rimarà ancorata su un sistema marcio e sbagliato. Colpito e spiazzato ritrovo nelle parole di Casini, uno che della demo-cristianità ha fatto il suo credo, il motivo principale del nostro fallimento come paese; un'accozzaglia di personaggi cronicamente legati alla politica, ai suoi scranni e cadreghini del potere. Uno stato che consente a chi è indagato o condannato di decidere, legiferare e parlare per lo stato stesso. Una politica che annovera veri criminali nelle sue fila, li tiene stretti.
Tormentone per intere legislature, il conflitto di interessi oggi riappare nelle pagine di giudiziaria. Un parlamentare, ex presidente del consiglio, capo di un partito e di un movimento chiamato coalizione, indagato e processato, infine assolto dal reato di falso in bilancio in base a una legge partorita durante la sua presidenta e insistentemente proposta dalla sua coalizione.
Caro Aldo, continua a riposare in pace. Ci ritroveremo tra qualche anno e insieme, sospiranti, ci chiederemo se nascerà veramente un nuovo senso del dovere.

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