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mercoledì 25 agosto 2010

Fin che la barca va...

....lascia che si formi un nuovo governo.

...lascia che magari si va alle elezioni pronti.

....lascia che Famiglia Cristiana faccia il suo lavoro.

...lascia che Vendola sia lo scossone.

...lascia che il tg1 sia sempre più vicino a Studio Aperto, TG4, Verissimo e altri rotocalchi vari.

... lascia che Silvio continui a stridere sugli specchi cercando una via di fuga.

Perchè fin che la barca va lasciala andare, se poi affonda pazienza.

mercoledì 18 agosto 2010

I segreti nella tomba.

Muore Francesco Cossiga. Muore un pezzo di storia italiana che preferisco chiamare sconciagiochi piuttosto che picconatore.
Un pezzo alla volta i mattoni della prima Repubblica si staccano e cadono come comuni mortali; portano con se tanti saluti e commozioni, soprattutto una marea di segreti.
Conosceremo certe cose solo per trasposizione, probabili o meno ricostruzioni, supposizioni.
Certo che conoscere fatti, eventi e persone dall'interno ha tutto il suo fascino.

Francesco si congeda. Si alza dal suo banchetto ed esce per l'ultima volta dalle aule della politica.

lunedì 5 luglio 2010

Martirio

Italiani, popolo dal cuore tenero. Abbiamo riabilitato Bettino e Mussolini, ci affidiamo sempre più a una classe politica di cialtroni che però ci fanno tenerezza, infine pensiamo che il "povero" Brancher sia un martire spedito davanti alla corte.
No, per favore, non caschiamoci un'altra volta. Il dimissionario compie soltanto il suo dovere di cittadino (ahimè) italiano e si presenta davanti ai giudici come qualsiasi altro italico dovrebbe fare.
Triste sentire Berlusconi dire che l'atto è saggio e giusto, ma soltanto perchè evita le polemiche sul suo già fragile esecutivo. Se la considerazione fosse onesta e fondata, anche lui come Brancher dovrebbe rinunciare a immunità e ciarlatanerie varie. Peccato che la premessa ipotetica sia una fallacia e il sempre caro Silvio della madunnina sacrifica uno dei suoi per fregiarsi del titolo di liberale-democratico.
Sempre perchè è facile fare il frocio col culo degli altri.

venerdì 2 luglio 2010

Volevo farmi una ciulatina...

Berlusconi all'altro mondo: non è una notizia falsa e tendenziosa che vede il decesso del premier (qualcuno, fosse così, stapperebbe la più preziosa delle sue bottiglie). L'altro mondo inteso come quel sud America che tanto simile e diverso appare rispetto alla cupola Boreale. Cambiano le latitudini, il clima e le razze, ma non quella cara e vecchia abitudine dell'Arcoriano di cadere in battute di pessimo gusto, festini passati per incontri istituzionali, proclami dal pulpito che appaiono strillate dal balcone di una lavandaia romana.
Contenuti a parte, che poco o niente contengono, Berlusconi continua a tenere lieve il livello, schiva di continuo protocollo ed etichetta non per anticonformismo ma per idiozia. Qualsiasi palcoscenico è buono e tutti i giorni va in onda il suo "sciò" ; nel paese dove l'opinione della televisione conta un buon 80%, chi appare di continuo può assumere i connotati del profeta.
Berlusconi ha assunto questo ruolo e continua a diffondere la sua parola, la sua menzogna senza vergogna, anzi puntando il suo dito accusatore verso chi cerca di contrapporsi.
Intanto lui, leggero, libero e felice come una farfalla che svolazza in un mondo senza problemi, visto che in Italia tutti lo trattano male si reca in visita in Brasile, giusto per tenere vivo il suo spirito e apostrofa una gentile cameriera con una frase che sintetizza totalmente la politica Italiana del momento: "Volevo farmi una ciulatina...".

Grazie Silvio perchè in fondo sei andato nell'altro mondo per noi, nel trans - stato per tenere alto l'onore italiano visto che loro vengono qua da noi per sputtanarci con feste di gusto riprovevole, ricatti, droghe e bugie.
Grazie Silvio, adesso si che ti sei meritato la tua ciulatina.

giovedì 19 novembre 2009

Ricerca continua, verità lontana

Stufo. Ogni giorno leggo di indagini, svolte e contro svolte ma la verità è sempre lontana. Nel paese dove il mistero è una norma e la chiarezza l'eccezzione non vedo spiragli possibili. Abbiamo istituito il diritto al pentimento, ma i pentiti troppo spesso non vengono ascoltati. Abbiamo strutture di intelligence, ma sono spesso le prime che deviano o che indagano su se stesse. Abbiamo una politica che millanta trasparenza, ma è torbida come le acque del Tevere.
Non voglio più leggere queste finte notizie e non voglio più ascoltare i personaggi che con "serietà" credono di darmi una verità.
Falso, è tutto clamorosamente falso. Voglio aprire i fascicoli e leggere a voce alta; voglio che chi sa qualcosa alzi la mano e lo dica.
La ricerca deve continuare sempre anche se la reale verità è molto lontana.

mercoledì 18 novembre 2009

Il coraggio polacco


Hanno detto no.
Hanno rifiutato i vaccini su un'epidemia falsa creata per far sorgere solo bolle speculative.
Grandi polacchi. Dopo l'invasione nazista non potevate certo subire anche questa.
L'interesse del cittadino prima di quello delle case farmaceutiche sospettate di truffa insieme ai paesi ricchi.

Avanti il prossimo, attendo speranzoso.

Banchettano!

Non banalizziamo, non cadiamo nella trappola comune in cui la frase "la fame nel mondo" è contenitore di mille significati, ma nessuno sa ben definire quello giusto.
Non mi assumo il compito di definirlo, semplicemente rimango ancora stordito nel vedere molto fumo e poco arrosto. Ci si perde, come in tante nicchie politiche, in discorsini e strette di mano, utili a rendere una prima pagina appetibile sotto la tendina dell'edicolante. Meeting, riunioni, convegni. Una marea di iniziative bianche che quasi sempre finiscono in banchetti; per le persone con la pancia già abbondantemente piena però.
Ci vuole uno sforzo comune, ci vuole la volonta di chi realmente comanda. Ci vuole la negazione più assoluta delle imposizioni di chi muove i mercati farmaceutici e alimentari.
Mi sento piccolo e inascoltato, ma penso che la mia voce vicina a quella di altre persone potrà assumere un suono udibile anche per chi siede in cima a un grattacielo.
Iniziamo a parlare.

mercoledì 11 novembre 2009

Alleanza Rutelliana

Grazie Rutelli. Finalmente dopo tanto tempo sei veramente salito sul treno dei tuoi desideri e come in campagna elettorale imbocchi un tunnel.
E per non fare torti a nessuno hai scelto un nome così trasversale che noi poveri cittadini, nella confusione più totale, leggeremo a nostro vantaggio sia con una mano che con l'altra.
L'italia è strana perchè gli italiano lo sono.
Alcuni, però, sono un pò più strani.

lunedì 9 novembre 2009

Sesso droga e rock 'n roll, in salsa politichese.

Feste e festini, soubrette e aspiranti politici, faccendieri, meteore. Un grande tracollo sociale non ha risparmiato nemmeno la politica, dove ricordo che chi aspira a farla è chiamato candidato, ovvero con previsione di purezza fisica e mentale. Ma lentamente, come in un film dell'orrore, vengono fuori dalle paludi specie rare o contraffatte. Oratori di terza lega e presenzialisti di infima provenienza. Dal circolo delle bocce al banco del parlamento, passando spesso da ben altri banchi dove sopra risiede una scritta di eguaglianza. Peccato che quest'ultimo concetto decada davanti alla potenza di questi mostri lacustri. La legge è uguale per tutti, per alcuni è diversa, per altri non è legge. Via quindi all'anarchia sociale più assurda. Non parliamo di tassi, PIL, manovre o Costituzione come argomenti principi, ma di scandali sessuali, di droga parlamentare, di feste dove tutti sanno ma nessuno parla.
La salsa politichese è penetrata e ha condito tutti gli ambienti e qualcuno di noi ne gode, nel bene o nel male.
Chiudiamoli tutti dentro il parlamento e non facciamoli uscire. Cerchiamo di farli impazzire privandoli di quello su cui si scagliano tutti i giorni. Selezioniamoli naturalmente come in uno dei reality che rappresentano il pensiero della penisola che li vota.
E' aperto il televoto. State sintonizzati.
Chi vince è sano di mente.

venerdì 6 novembre 2009

Zitti tutti

Ciancimino jr ci mette del pepe e con autorizzazione postuma si permette di riaprire vicende che molti avevano spedito, per comodo o per pigrizia, nel dimenticatoio degli eventi assurdi italiani.
C'è chi lo ascolta e c'è chi non ci sta e alza il tono.
Tutto ciò non accadrebbe se non fossimo governati da una classe politica che da 60 anni ci nasconde anche la nostra stessa età. Il nostro lassismo ha permesso a questi signori di concedersi il lusso di poter agire nel bene dei propri interessi. Ora ci svegliamo e chiediamo giustizia e verità, e non ci rendiamo conto che questo sistema l'abbiamo autorizzato noi stessi.

Zitti tutti quindi se come altre storie finirà per essere una meteora.
Zitti tutti se gli stessi che mandiamo al potere sono i primi a deluderci.
Zitti tutti se abbiamo l'ipocrisia di alzare la testa solo quando ci conviene.

martedì 4 marzo 2008

L'Itaglia raglia


9 luglio 2006. Zidane abbatte Materazzi con una sonora testata. Febbraio 2008. Il filosofo Maggiori commenta su "Liberation": l'Italia si ritroverà con Berlusconi vincitore e un governo da belle equipe che vanta membri coinvolti in affari di concussione, falso in bilancio, conflitti d’interessi, concorso in associazione mafiosa, prevaricazione, fuga di capitali, etc. Nelle sue file l'ex fascista Fini, eterno pretendente; la Lega, spaventosi, allucinati, impresentabili, quasi mai usciti dal paese di Tintin che chiamano Padania; Berlusconi, un barzellettiere seduttore di starlette e ambasciatore di un'Italia flolkloristica, divenuta un paese che non crede più a niente.

La testata nella notte mondiale diventa una leggera brezza in confronto al tornado d’accuse mosse dal noto italianista. Mi chiedo se siamo davvero così raglianti visti dall'esterno. I francesi poi non risparmiano la minima accusa ai loro cugini. E il resto dell'Europa?

Luglio 2003. Berlusconi insulta il tedesco Schulz proponendolo per il ruolo di kapò in un film sui campi di concentramento. E' la nota giusta per iniziare un attacco teutonico verso signor Mediaset. I giornali tedeschi, infatti, non prendono bene questo outing.

Spagna e Regno Unito non hanno mai digerito l'accumulo di potere mediatico e politico fornito a Berlusconi. Hanno direttamente accusato di "estremo conflitto d’interessi" l'allora Presidente del Consiglio, avanzando dubbi sul possibile apporto economico e politico nel processo comunitario ed extraeuropeo.

In Cina c'è ancora indignazione per la pessima battuta sui bambini bolliti e usati come concime. Pechino, che in ogni caso ha etichettato l'episodio come spiacevole e poco tollerabile, ha richiamato il suo ambasciatore in Italia. Nessuna risposta da parte dell'enturage di Berlusconi, ma soltanto una banale ritrattazione delle sue parole.

Il mondo arabo ha varie volte espresso il suo dissenso verso un certo tipo di polita berlusconiana. Le dichiarazioni sull'inferiorità della cultura islamica rispetto a quella occidentale hanno scatenato un'alternanza di polemiche. Come in molti casi, Berlusconi si è appellato al fatto interpretativo giornalistico, in altre parole la devianza d’informazione presente in Italia.

Anche il mondo ebraico ha vissuto momenti di conflitto con Berlusconi. L'affermazione secondo cui Mussolini non avrebbe ucciso nessuno ma anzi avrebbe soltanto spedito la gente a fare una vacanza al confino, ha innescato l'ira di Elio Toaff, massima figura ebraica in Italia.

Un elenco infinito di gaffes, errori marchiani, scandali. E l'Italia che fa?. La contrapposizione polista che ormai si è affermata nel nostro paese consente di creare l'alternanza politica che ormai ci contraddistingue ovunque. In questa altalena si è inserito abilmente Berlusconi, lasciando poco spazio ad alleati e subalterni. Il buco socialista e democristiano è stato colmato da un movimento che di politico ha poco. Occupazione, taglio fiscale, pensioni. Il programma generalista ha offuscato le vere manovre sociali tese alla libertà, invocando questa parola erroneamente e in maniera fuorviante. L'associazione mediatica ha poi fatto il resto, regalando una soglia percentuale inaspettata e quindi il potere. Ma perchè così in alto?.

Tangentopoli e mani pulite hanno provato a spazzare la corruzione pubblica egli anni 80. I giochi finanziari e capitalistici hanno dato una serenità fasulla al paese, per poi scomparire nella tragica decade del 90', fatta di scandali e povertà incalzante. Accecati dal riscatto sociale ed economico, le classi prima legate a una sinistra veramente sociale e battagliera, hanno voltato le spalle allo spazio rosso in nome della bassa tutela. I sogni e i progetti campati per aria come le promesse elettorali hanno riversato sulla Casa delle libertà e su Berlusconi l'interessa di una fetta del paese pronta a credere in quelle parole. Il basso pensiero politico delle ultime generazioni legato all'ignoranza e la disattenzione per quel che succede in Italia hanno completato il tutto. Ci ritroviamo circondati da sognatori poco realisti, fomentati verso la lotta al finto comunismo, aizzati in maniera subdola a combattere un certo tipo di politica. L'itaglia che raglia, grida e copre la voce di chi veramente esprime il giusto pensiero, ha occupato il posto prepotentemente. La ricerca della realizzazione sociale impediscono di vedere oltre e arrivare a pensare politicamente per migliorare lo Stato. Lo Stato stesso, retto da vecchie classi amministrative e politiche, non può dare né garanzia attuativa di risanamento, né tanto meno acquistare fiducia da un popolo ormai disinteressato. Raglianti e confusi aspettiamo che ci riportino nella stalla.

mercoledì 27 febbraio 2008

Madre strage, sorellastra Italia


Sessanta anni di stragi. Una stagione, contemporanea alla Repubblica, di sospetti e misteri legati alle più alte cariche dello stato colluse con le deviazioni dei servizi segreti, le organizzazioni a sfondo mafioso, i gruppi eversivi.

La storia del nostro paese è costellata di tragedie. Portella della Ginestra e Piazza Fontana, le stragi degli anni 70 sfociate nell'agguato di via Fani e nel processo sommario (o sommariamente collegato al governo di grandi intese) subito da Aldo Moro. Gli anni 80, Ustica e Bologna, la stagione delle stragi di Mafia. In tutto ciò ricade pesantemente la coscienza sporca dello Stato. Una lista interminabile di vittime; in fondo, come ultima, la vera vittima di tutto ciò rimane lo Stato in se.

Chi sparò davvero nel '47 vicino a Palermo? Tutti, stato compreso, accusarono la Banda di Giuliano. Si scoprì invece che fu lo Stato, aiutato dalla CIA, a sparare sulla folla quel 1° maggio, per mano dei mafiosi.

Piazza Fontana è rimasta a lungo un mistero, anche se ,come per Gioia Tauro, i sospetti ricadono sull'estrema destra. C'è qualcosa però dietro Gioia Tauro. C'è l'ombra dell'Ndrangheta ma soprattutto del fallito golpe Borghese. Ancora una volta massoneria celata dietro le cariche dello stato partecipa al progetto contro la Repubblica.

L'eversismo nero non si ferma qua. La strage alla Questura di Milano, nel giorno in cui si ricordava l'omicidio Calabresi. Poi Piazza della Loggia a Brescia e la strage dell'Italicus.

16 Marzo 1978. Un commando di brigatisti agisce in via Fani, uccide 5 militari di scorta e rapisce l'onorevole Aldo Moro. Ma sono davvero brigatisti? Moro in quel periodo lavorava a un grandioso programma politico sociale. Il governo di grande intese in cui sarebbero entrati anche i comunisti. Sono anni difficili a livello internazionale l'Italia è ancora sotto l'insegna a stelle e strisce. La CIA forse partecipò attivamente in quello che potrebbe essere stato un attentato dello Stato contro lo Stato. Moro fu ucciso. Quello che aveva sognato non si è più realizzato.

Anni 80, Ustica e Bologna. Le responsabilità non sono mai state definite del tutto. Quello che si può affermare con certezza è che per il caso di Ustica gli apparati del ministero della difesa e l'aereonautica militare hanno cercato di ostacolare la verità sostenendo la tesi del cedimento strutturale. La realtà è ben diversa. Fu chiaro il Giudice Priore, titolare dell'inchiesta : i movimenti e le dichiarazioni di questi personaggi portarono a compimento il progetto di deviare e falsificare l'inchiesta e le indagini. Ustica è ancora un mistero e lo sarà ancora.

Per Bologna invece ci sono state due condanne definitive. Ergastolo Per Mambro e Fioravanti. Sono loro gli esecutori materiali, hanno piazzato loro le due bombe nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. Sempre dichiaratisi innocenti, non hanno mai indicato all'interno della loro organizzazione di estrema destra o all'esterno chi potesse essere realmente il mandante o l'esecutore.

Lo stragismo politico si affievolisce, ma rimonta prepotentemente quello mafioso. Quella del rapido 904 è una strage dimenticata, ma fu un mattone importante nella costruzione del progetto mafioso teso a condizionare le scelte dello stato. Questo perchè Mafia e politica hanno una storia di collusione di lunga data, risalente alla nascita della Repubblica e alla strage di Portella della Ginestra. La Mafia si è sempre servita di grosse cariche dello stato per operare tranquillamente. Quando il meccanismo incomincia a incrinarsi e lo Stato, quello vero, si fa pressante, la Mafia piazza le sue bombe. Colpisce per dare il segnale che la Mafia è potente, ma colpisce anche per intimorire chi dovrebbe proteggerli e invece inizia a nascondersi. Le stragi di Capaci e di via D'Ameglio erano stragi annunciate. Falcone e Borsellino, due veri uomini di Stato oltre che Eroi, sapevano di essere nel mirino. Dopo i Maxiprocessi avevano iniziato a stringere il cerchio sui veri poteri mafiosi. Questi però riguardavano anche la politica. Il loro omicidio, insieme alle loro scorte, ha segnato il cammino nella lotta alla mafia ma ha anche creato un varco nella politica. La strage dei Georgofili e di via Palestro sono la scia naturale della lotta della Mafia verso lo Stato. Il ricatto verso ciò che per anni ha garantito immunità.

La stagione delle stragi forse è finita. Ma tutto ciò che è successo non va dimenticato. Tutti i morti e i feriti civili e no devono essere ricordati. Non si deve dimenticare che la ricerca della verità è un nostro diritto e dovere. Lo stato, con i suoi cittadiniti, è obbligato a conoscere.

Io ho fiducia; aspetto con ansia di conoscere le parti oscure della nostra storia, non solo per fascino. Vorrei che "chi controlla i controllori" sia solo una frase retorica, mentre la fiducia verso questi dovrebbe essere diretta e totale. Vorrei che non si mentisse per tutelarsi, in barba a chi ha perso tanto in questa guerra. La speranza è che tutti ci impegnamo a buttare giù quel muro di gomma che ci rimbalza nel buio della menzogna.

mercoledì 30 gennaio 2008

La stagione dei diritti




Schifato. Continuo a leggere e sentire affermazioni da mercato, da bar sport. Una politica irresponsabile e priva di senso insiste nel "governarsi" poichè noi per nulla siamo governati. C'è stato un tempo in cui la parola lotta aveva un significato preciso, legato al lavoro, ai diritti di qualsiasi parte della società. C'è stato anche un tempo in cui una parola come diritto aveva un senso. C'è un tempo, il nostro, in cui la lotta è circoscritta alla sola classe politica; una lotta impegnata nella protezione dei diritti, purtroppo i loro.
Continuo sulla mia linea senza remore e penso nostalgicamente da antidemocristiano a una frase di Moro: “Questo paese non si salverà e la stagione dei diritti si rivelerà effimera se non nascerà in Italia un nuovo senso del dovere”. Quando, però, mi chiedo?. Non nascerà mai se le premessa di un reale cambiamento rimarà ancorata su un sistema marcio e sbagliato. Colpito e spiazzato ritrovo nelle parole di Casini, uno che della demo-cristianità ha fatto il suo credo, il motivo principale del nostro fallimento come paese; un'accozzaglia di personaggi cronicamente legati alla politica, ai suoi scranni e cadreghini del potere. Uno stato che consente a chi è indagato o condannato di decidere, legiferare e parlare per lo stato stesso. Una politica che annovera veri criminali nelle sue fila, li tiene stretti.
Tormentone per intere legislature, il conflitto di interessi oggi riappare nelle pagine di giudiziaria. Un parlamentare, ex presidente del consiglio, capo di un partito e di un movimento chiamato coalizione, indagato e processato, infine assolto dal reato di falso in bilancio in base a una legge partorita durante la sua presidenta e insistentemente proposta dalla sua coalizione.
Caro Aldo, continua a riposare in pace. Ci ritroveremo tra qualche anno e insieme, sospiranti, ci chiederemo se nascerà veramente un nuovo senso del dovere.

giovedì 24 gennaio 2008

C'è grossa crisi


C'è grossa crisi. Parafrasando Guzzanti e la sua genialità da santone televisivo nelle vesti di Quelo, il piccolo italiano commenta la situazione. Non sa lui che nelle camere più profonde del palazzo qualcosa già si muove. Ignaro della sua sorte attende con ansia che gli venga consegnata quella piccola scheda su cui sbarrare il solito nome, il solito scudo o arbusto, slogan o colore che la nostra magra politica da 60 anni a questa parte ci propina. Povero italiano. Si con la i minuscola perchè ha perso anche il diritto a decidere chi deve rappresentarlo. Il piccolo italiano osserva i volti grigi sui banchi dell'aula. Nota sbalordito che qualcuno sorride e sghignazza. Sono contenti, arzilli e pieni di vita. Si sfregano le mani come un bambino che per troppo tempo ha prestato il suo gioco preferito al compagno di scuola e che ora, testardamente e con fare ingordo, lo vuole tutto per se. Confuso, segue un gran ciarlare. Tutti che gridano ed emettono parole incomprensibili. Eleganti signori in abito e cravatta di seta che sventolano il pugno (non in segno politico, qualcuno anche) come per voler colpire il proprio dirimpettaio. Sbraitano e si infuriano, chiedono la parola e ne abusano. Sproloquiano volgarmente come il peggiore dei galeotti, anche se, aimè, qualche galeotto potrebbe dare lezioni nell'emiciclo romano; povero italiano. Si chiede se quei signori siano li stessi che qualche tempo prima, con fare distinto, esponevano programmi, idee, giudizi sul da farsi e sul non. Si interroga, il piccolo italiano, se quelli che aveva votato sono proprio loro. Ancora più confuso si ricorda chiaramente quei visi sorridenti. Si sono proprio loro. Ora in assetto da guerriglia, imbracciano il moschetto e si fanno chiamare franchi tiratori. Si barricano dietro banali sfumature e capricciosamente i pochi franchi tiratori pretendono qualcosa o sparano. Si raggruppano, alzano un'altra bandiera o varcano la sponda. Pochi ma buoni tiratori. Decidono per il piccolo italiano. Ma come, si chiede. Io ho votato il grande schieramento dell'est: quello che combatte il polo dell'ovest e i suoi cavalieri. Perchè ora spuntano come l'erbaccia nel mezzo dei fiori che tanto mi hanno ammaliato? Da dove vengono fuori? Ci sono sempre stati. Piccolo italiano confuso. Ora non sa proprio che fare. Cerca i volti dei comandanti. Tesi e cupi. Vorrebbe chiedere perchè quelle mele marce non sono state fatte scivolare prima dai rami. Ma non sai piccolo italiano che il grande schieramento dell'est si fregiava della sua unità?. Il grande capo ha riunito tutti sotto la stessa tenda e tu, caro piccolo italiano, ci hai leggittimato con la tua croce, insieme a tante altre. Tutti uniti per lo stesso scopo.
Ora il polo dell'ovest avanza minaccioso. Le nubi si addensano nel cielo sopra i colli. Il piccolo italiano scruta verso l'alto e sospira: Si ricomincia.


Caduti. Ora come non mai la "sinistra" rotola via come la cartaigienica, con cui sicuramente condivide lo scopo. Sono deluso e abbattuto, peggio di Romano. Credevo potesse essere la volta buona e invece nulla.
Silvio ride, apre il portafoglio e pensa che anche questa volta il potere dei suoi sghei ha colpito ancora. Io non rido più. Ma sorrido maligno pensando a una frase di Mussi, rivolta proprio a Silvio. "Caro mio, Lei pensa che tutti abbiano un prezzo e invece sarà fregato da quelli che non ce l'hanno".
Soprattutto perchè nessuno ha 2 anni o 100.000 km di garanzia.