domenica 15 novembre 2009

Brain storming

Ho comprato una torcia, come quella di un esploratore. L'ho accesa e armato di pazienza mi sono infilato nel mio cervello. Non saprei proprio cosa potrei trovarci dentro e ho portato una pistola, del cibo, dell'acqua.
Ho iniziato a camminare sopra la corteccia cerebrale grigia come un abito da sera. Con la torcia illumino gli angoli più bui timoroso di poter vedere cose inimmaginabili. Non vedo più il punto da cui sono entrato e piano piano l'atmosfera diventa più scura, e mi sento come perso. Mi guardo intorno e cerco un punto conosciuto, magari qualche idea, pensiero o sogno già vissuto.Ho paura perchè non conosco affatto quel mondo così familiare ma distante. Un rumore sordo mi riempie le orecchie. Voltato di scatto vedo tutti i miei pensieri più brutti venirmi incontro con una furia cieca. Afferro la pistola e senza indecisione sparo tutte le cartucce che ho nel caricatore. I brutti pensieri, quelli negativi e neri, stramazzano per terra e piano piano perdono forza e vita. Tirato un sospiro di sollievo riprendo a camminare. Cosa potrei trovare ora? La torcia, fedelmente, illumina bene l'ambiente circostante. Con la coda dell'occhio noto dei piccoli pensieri positivi. Sono accucciati su un fianco e tossiscono con forza ora. Mi avvicino e percepisco il calore della loro febbre. Tremano e si dimenano dal dolore. Prendo velocemente la fiaschetta dell'acqua e usando le mano cerco disperatamente di dissetarli. Lentamente i pensieri positivi riacquistano forza. La febbre inizia a calare e l'acqua ora gli scorre nuovamente dentro. Felici si rialzano e riprendono a correre per tutto il cervello: vogliono riconquistarlo!.
Poco più in la i miei sogni. Hanno occhi scavati e sono stanchi. Mi guardano con aria triste. E' un bel pò di tempo che sono senza forze. Buttano giù le spalle, si piegano su se stessi e non riescono più a splendere. Mi chiedono perchè non riesco più a nutrirli, perchè gli ho abbandonati. Piango nel vederli così ridotti. Mi ricordo però di avere con me del cibo. Come per i pensieri positivi, porgo loro quel ben di dio. I sogni, affamati da troppo tempo, divorano tutto immediatamente. Nemmeno il tempo di finire il banchetto che già risplendono come un tempo.
Spengo la torcia poichè ormai il mio cervello ha ripreso luce. Ora vedo tutto, vedo le fessure più nascoste, le pareti più grandi, l'elettricità del pensiero che schizza ovunque.
I pensieri neri e cupi sono scomparsi nel trionfo lucente dei sogni: la loro luce illumina la strada dei pensieri positivi.
Ritrovo la via d'uscita e sornionamente immagino la festa che si scatenerà dentro quelle pareti.

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